Giuseppe TAKI Veronesi ci ha lasciato

Taki ha tagliato per l’ultima volta la linea di partenza ed ha iniziato la bolina più lunga della sua nuova vita. Sarà una bolina infinita perchè era con questa andatura che Taki si esaltava al massimo e trasmetteva emozioni ed entusiasmo ai suoi prodieri. Taki è stato un grande e un esempio per tutti, aveva l’entusiasmo d’un ragazzino, passione e simpatia contagiose. Tanti ragazzi di Castelletto, e non solo, si sono velisticamente formati in barca con Taki e hanno avuto la possibilità di viaggiare e crescere sia come sportivi che come uomini.
«Ho fatto tanti lavori nella mia vita: il minatore, il gestore di campeggio, l’albergatore ma il mestiere che preferisco e che non ho mai smesso è quello di pescatore», raccontava Taki, «mi fa sentire un uomo libero».
«Chi impara ad andare a vela sul Garda può cavarsela ovunque. Il vento lo sento anche col naso e dall’odore capisco se porta pioggia, se arriva dalle montagne o se la burrasca sta per arrivare. Ho iniziato a navigare a dieci anni quando andavo a pescare con la “dirlindana” tra Castelletto e Gargnano».
Velista e pescatore per tutta una vita, sul lago di Garda lo conoscevano tutti. Era un personaggio geniale come solo i gardesani sanno essere e fino a qualche settimana fa usciva ancora con la sua barca da pesca. Sul letto di morte ha detto che voleva vicino al letto una campana di bronzo, come quelle che ci sono sulle navi, per suonarla in caso avesse avuto bisogno. Con le sue mani ha intrecciato i nodi della cima che è servita per fissarla al soffitto. Ha affrontato e governato da par suo l’ultima grande tempesta, con l’esperienza e la saggezza ma anche la forza e il coraggio di uomo di lago quale era.

Buon vento Taki!

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